Oggi ho partecipato ad una riunione di lavoro, una di quelle estenuanti, nella quali si deve solo ascoltare per circa 3 ore. Mentre non ascoltavo, guardavo la tizia che presentava il suo prodotto; mi ricordava l'immagine di un bestiario. Uno di quei volti caprini, o pecorini. Forse più pecorini.
Ho pensato, allora, di scrivere la sceneggiatura di "Pecoropoli", cioè il film che narra di una città (o meglio, una società) dove non si riesce a combinare nulla, a causa dell'"effetto pecora", che domina le menti ovine degli abitanti.
Mi spiego: che so... sto andando a fare un aperitivo con un amico (ah! Vengo sempre redarguito se dico "prendere un aperitivo") e, cammin facendo, incrocio un gruppo di ben tre persone. Siccome noi siamo in due, per "effetto pecora", invertiamo la marcia e seguiamo i tre, quindi diventiamo cinque e niente aperitivo, a meno che anche gli altri tre non abbiano il medesimo intento.
Poi, ovviamente, in cinque notiamo due o tre gruppetti di, che so... sette, otto, sei persone. Allora ognuno dei cinque, seguendo un'ovvio meccanismo di simpatia, si unisce ad uno dei gruppi avvistati, e così via...
Il risultato è una società caotica, improduttiva, priva di relazioni sociali se non effimere e inconcludenti, con grande difficoltà a riprodursi. Un mondo destinato alla catastrofe, al fallimento, governato da un re-pecora, che s'illude di manovrare le masse ovine, mentre, mestamente, segue le stesse dinamiche a corte.
Ecco... Beh, grazie alla tipa pecorina.
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3 commenti:
si ma chi era sta tizia?
comunque dire "prendere un aperitivo", secondo me, va bene.
Beh, questo mi consola... La tizia non la conosci, è di un'azienda romana.
Che dittatura, la democrazia
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