[fonte]
In passato
presi molto seriamente l’etnobotanica.
Questa
affascinante materia mi consentiva di reperire informazioni attendibili sulle
lisergiche possibilità offerte dal regno vegetale.
Non mi
spinsi mai, per le stesse ragioni, nel regno animale. Troppo complicato.
La
soluzione più comoda, indirizzando il mio visionario desìo verso gli animali,
sarebbe stata quella di farmi tarantolare, ma, ahimè, ho difficoltà ad
approcciare gli aracnidi, tanto che guardo con profonda angoscia le arachidi, a
causa dell’inquietante assonanza.
Mi
meraviglio che nessuno della beat generation abbia considerato la possibilità
che le arachidi (in particolari condizioni) possano cacciare sei zampette
pelose.
Neppure il
caro William S. Burroughs, che di visioni se ne intendeva non poco, pensò ad
una innocua nocciolina che diviene ragno; occorre ricordare, però, di tutto
rispetto, nel delirante The Naked Lunch, la macchina da scrivere che muta in
scarafaggio (per me, uno scarabeo), cacciando un fallo sovrumano che farebbe invidia a John Holmes.
Di grande
rilievo, tra l'altro, la trasposizione su pellicola di David Cronemberg.
Un
rimpianto che ad oggi mi accompagna, in fatto di visioni indotte da bestioline,
è quello di non aver leccato il Bufo Alvarius, il placido rospo che prospera
nel sud degli Stati Uniti e nel Messico, le cui secrezioni ghiandolari contengono:
N-dimetiltriptamina, bufotenina, S-metossi-Nmetiltriptamina,
5-idrossi-triptamina, 5-idrossi-Nmetiltriptamina, ldeidrobufotenina,
bufotalina, la bufotossina e l'epinefrina.
Il
compianto Jerry Garcia (vedi anche qui) descrisse con melanconico afflato gli effetti del DMT,
che venne sintetizzato partendo dalle rospine secrezioni, e che si diffuse fra
i fricchettoni degli anni ’60.
Impensabili
macchinari bio-meccanici, sbuffanti e sferraglianti, comparivano invadendo con
ingenua prepotenza la nostra presunta realtà oggettiva; in brevissimo tempo se
ne tornavano da dove erano venuti, scomparivano rapidamente, mostrando
l’aspetto deludente del DMT:
l’alterazione è fuggevole.
Quindi,
riprendendo il filo, le mie scorribande nelle altre visioni della realtà
(nessuno ha mai provato che non lo siano) non sono state risultato d’avventure
salgariane.
Al massimo
mi sono spinto sui nostri monti a brucare funghi.
Mi capitò
però d’essere in Giordania e, da qualche parte intorno a Wadi Musa,
d’incontrare un beduino appollaiato su di una roccia. Era il tipico uomo
dall’età imprecisata.
Pareva vecchio: la pelle brunastra e raggrinzita era solcata da profonde tracce d’aratro, ma il suo sguardo emanava lo scintillio d’un giovane.
Il sole bacia i belli, si dice, ma è il bacio di Giuda.
Pareva vecchio: la pelle brunastra e raggrinzita era solcata da profonde tracce d’aratro, ma il suo sguardo emanava lo scintillio d’un giovane.
Il sole bacia i belli, si dice, ma è il bacio di Giuda.
Il beduino
estrasse un fazzoletto rigonfio dalla tasca. Poi estrasse delle cartine e si
confezionò con rara maestria una sigaretta. Il contenuto del fazzoletto era
un’erba verdissima; sembrava fresca.
Io,
pregustando un volo radente sui templi di Petra, mi avvicinai e gli chiesi di
farmi provare il suo prezioso viatico per il migliore dei mondi possibili.
Non so in
che modo ci capimmo, ma il giovane vecchio preparò una sigaretta e me la diede.
Io la accesi, con una profonda inspirazione: fu come respirare il fuoco puro.
Le fiamme brucianti mi stroncarono il respiro, iniziai a tossire
convulsivamente, piegandomi dal dolore e dall’affanno.
Il giovane
vecchio mi guardò e mi disse: “No sfff, no sfff!”, mimando il gesto d’aspirare.
Poi me lo mostrò, tirando una piena boccata, lasciando che il fumo defluisse
dall’angolo della bocca, senza assorbirlo minimamente.
Io lo
guardai, feci il gesto universale dell’avambraccio che va su e giù e domandai
in italiano: “Ma che c****o è ‘sta roba?!”.
Il beduino
sorrise e, con la mano spalancata, m’invitò a guardare intorno.
“Mmmmh,
mmmmh!”… Indicò l’erbetta che, indomita come la ginestra, spuntava in sparuti ciuffi qua e la,
nel paesaggio riarso e sabbioso di quei luoghi.
Era erba,
semplicemente erba di campo.
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