Nei giorni del Leone
(della fame d’aria)
si boccheggia e si paca
il tramenare nel lago
e pure tutt’intorno.
Nell’ore roventi del riposo
promana la cava fiochi boati,
scrosci remoti di pietra,
poi langue il granito
e l’acqua ha un traballìo.
Dello strazio del pioppo
nessuno mai si cura,
trèmulo fino in bonaccia,
ci allerta di tragedie minori.
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2 commenti:
Esso si fa la guardia
eh eh... Giusto!
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