[fonte]
L’annaspare
agostano,
verso la nona,
è uno sbracciarsi
nel vacuo
intorno,
per traversare
la piazza acciottolata,
vuotata dall’aria,
dalle
carrozze e dai vivi,
dove la
fontana tace smòrza.
Ci si
traduce,
perché il
groppo gonfia,
sotto i
freschi colonnati,
o verso il
centro abbandonato
e si rifugge dai
tigli,
a guardia
dell’alveo
scheletrito
del fiume.
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2 commenti:
La liturgia del rincorrere soli ti prosciuga gli umori porti addosso
Già... devo decidermi a stare tappato in casa!
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