La DCM (Dose Consigliata Manzoniana) è un
parametro fondamentale nella valutazione della congruità dei pagamenti in
natura.
La DCM è il punto dal quale il pagamento in
natura si discosta, determinando così l’eccesso o il difetto rispetto alla DCM
stessa.
E’ un riferimento, nulla più, ma può tornare
utile.
Chiarendo che per "pagamento in natura" non
s’intendono elargizioni di carattere sessuale (in questo caso), preciso di aver
ricevuto e di ricevere spesso pagamenti di questo tipo, quindi posso tentare di
trasmettere il concetto.
Per esempio: una torta salata e una torta
dolce, fatte in casa, buone, consegnate insieme, si avvicinano alla DCM. E’ un buon
pagamento, quindi. Una pancetta artigianale di quattro chili, profumata e
rosea, che si scioglie in bocca, rispetta la DCM, forse la supera in eccesso.
Due salamelle piccanti, malgrado il brio
conferito dal peperoncino, non raggiungono la DCM. Due salamelle non
piccanti, sono ancor più lontane dal parametro in questione.
La DCM non è soggettiva, assolutamente,
anche se potrebbe sembrare.
Se una persona non mangia formaggio (colgo l’occasione
per indicare che di tali soggetti sarebbe meglio diffidare), ricevesse un
pagamento in natura di, che so… Taleggio, tale pagamento sarebbe comunque
valutabile in rapporto alla DCM, poiché la moneta naturale ha un suo valore
intrinseco, che si distacca dalla mera soggettività e da quella sovrastruttura
inutile e perniciosa che l’umano chiama gusto (perniciosa al pari dell’opinione).
Inoltre, se girato in tempi brevi, il
pagamento in natura potrebbe essere riutilizzato, anziché consumato, sicché il
suo valore è svincolato dall’aspettativa del creditore.
Ricordo, infine, che la DCM rivela aspetti
importanti della personalità del debitore, ma questo è un altro argomento.
Ma qual è il valore esatto (ben attenti:
valore non del tutto matematico) della DCM?
Semplice: 3 capponi.
Attendo da anni che un debitore particolarmente
brillante mi paghi in natura proprio con 3 capponi. Sarei molto incuriosito da
un simile gesto.
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