lunedì 24 gennaio 2011

La miglior controllora possibile

Questa mattina il treno FS (non importa che linea, sono tutte uguali) ad una stazione si è fermato un po' "lungo", quindi 3 carrozze erano oltre la banchina.
Molte persone, allora, hanno dovuto risalire la banchina per raggiungere il convoglio e salire. Ad un tratto, la controllora si è alterata, urlando ai passeggeri di salire, di non perdere tempo, di non indugiare, altrimenti non ci saremmo più mossi.
Il solito paladino della giustizia, quindi, è intervenuto, ammonendo la controllora, non si dà del cretino alle persone quando il treno si ferma lungo ed è sempre in ritardo, insomma che modi, scrivo alla direzione, eccetera, per descriverla brevemente "alla Saramago".
La controllora, sicuramente illuminata da un dio minore ma competente, ha accennato a rispondere: "Ma lei vuole sapere perché i treni sono sempre in ritardo?", alludendo al fatto che lo siano per via della lentezza nella salita e nella discesa alle varie soste.
A quel punto, tutti hanno seguito il paladino della giustizia, inveendo contro la controllora, che si è allontanata mestamente.
E... boh, ho pensato che allora nei paesi in cui i treni sono puntuali le persone si muovono alla velocità della luce, sono particelle che si ricompongono sedute sul treno. Non c'è altro motivo.


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giovedì 13 gennaio 2011

A petto nudo

Mio padre è, da sempre, un gran consumatore di film western e di guerra.
Da decenni, allora, lo vedo illuminato dalle luci pulsanti della televisione. Ora blu, ora arancione, ora giallastro e rosso, egli è ipnotizzato da spari, esplosioni, urla, imprecazioni e gemiti di morenti.
Forse per questa sua passione, da piccolo, intuii quanto dovesse essere molto più atroce e doloroso ricevere una o più pallottole in pieno petto nudo, piuttosto che ben coperti e riparati almeno da una t-shirt in cotone.
Questo tarlo senza una logica terrestre, negli anni, s'è ben guardato dal bucare il mio cranio, dall'uscire all'aria aperta; non m'ha mai abbandonato.
Ancora oggi, all'improvviso, nei momenti più disparati, m'assale il pensiero di beccarmi una pallottola, che so... in un polmone, anche solo in una spalla, ma rigorosamente a petto nudo.
Oggi m'è capitato mentre facevo colazione.  M'hanno preso... penso il fegato.
Allora ho pensato che - senza alcun dubbio - deve esistere un legame fra il punto che immagino venga colpito ed il mio stato d'animo.
Banalmente: non digerisco una situazione, mi sparano allo stomaco. Mi sento amareggiato: pam! Mi beccano la cistifellea. 
Poi, fortunatamente, mi sono reso conto che una giornata, con questo preludio, non potrebbe che sfociare in un dramma insopportabile, quindi ho cercato di concentrarmi sui biscotti.  

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