martedì 30 agosto 2016

Tarkovskij



[fonte

A ristorarci nella Piazza
delle Sorgenti gustammo
vino rosso e pici,
e meglio avremmo fatto
credo ad emulare
non le penitenze
di Santa Caterina
ma il respiro suo,
l’assimilare il genio
delle Naiadi che spande
il fumo vaporoso e guaritore;
immobili e cotti,
nella piscina rispettosi
del voto al matto di Gorčakov.

lunedì 22 agosto 2016

Perdix






Perdix

Lo sconvenevole frullio
della pernice in volo
un flato richiama,
tanto ch’ella preferisce
un pudico e presto
sciolto zampettare,
a compatir di Perdix
la vertigine in caduta,
dall’Acropoli gettato.

*

La Dea benevolmente
in pernice il ragazzo
mutò prìma dello schianto;
fatta la ruota del vasaio,
il cesello, la sega, osservando
la lisca di pesce ed il compasso,
nello zio architetto
accese cieco l’astio.

*

L’orrore uguale
fu iscritto nel nume,
la nemesi Dedalo attese.
Ressero da Creta in volo,
uccelli artigiani,
alla giusta distanza
dall’astro e dal mare,
ma improvvido Icaro
levò verso il sole:
la cera s’ammolla,
si spiumano braccia,
frusciano sibili
gli scheletri d’ali,
fischiano invano
i gesti le stecche,
smaniano il suolo i piedi,
che l’aria tagliano ancora,
si tronca il respiro,
si spappola il cuore,
precipita il giovane,
si scioglie nel mito e nel sale.

sabato 13 agosto 2016

Merli



[foto di Edmondo Rizzo]


Pugna mia madre
contro i merli l'inverno
e leggo che Aristotele
li vide al gelo strepitare,
modulare il fischio,
a spezzar pensieri
nel peripato intimo
e da noi, dice che raspano
dai vasi il terriccio e lordano
frugando nel freddo patìo,
intorno al faggio nano.
Sono tronfi nel giardino,
quando sbatte la tovaglia,
lo dispone la natura
per le bestie e guardingo,
dall’acero il pettirosso sospira
al suo cospetto primavera.


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mercoledì 10 agosto 2016

Melme



Lo spirito apollineo
alita fino alle foglie morte,
alle muffe melmose,
che i soffici tappeti
delle foreste disciolgono,
le cui propaggini
i labirinti perlustrano
fiutato l'avena
e quando cadde il Sileno,
braccato da Mida,
anche alle melme
policefale ansante
annunciò che tutto
fu perduto nascendo.

martedì 2 agosto 2016

Papillifera




Il ratto delle papillifera
perpetrammo ai muri antichi,
li bacava la cedracca
nei viottoli scoscesi,
ch’io correva superati
giovane saltando
profondi gli scalini,
risalendo la Via Annoni.
S’ambientarono cogl’anni
alla roccia del mio viale
e quando Alvaro poi s’appese,
in colonia organizzate
divorarono i bei fiori;
così poggiammo
il futuro sui veleni,
sul ricordo lagrimoso
della malìa di lumachine,
appartate nei bastioni.