giovedì 29 giugno 2017

Charcuterie






Vermicolano l'auto
all'angelo, in tondo,
in Bastiglia e fiumi,
curiosi e idolatri,
in coda alla Chiesa 
di Nostra Signora.

Traveggono i bruti,
dispersi nel tempo,
alla giostra i bambini:
buffo, il Dodo fuggì,
raggiunto, senz’ali,
la propria estinzione.

Gira imperniato,
al cerchio ora muto,
e verdi, giunti da Orly,
ai platani sfidano
i pappagalli l'armata
di uccelli francesi. 

Della giraffa l'eco
d’alta gola recisa
da tubercolosi,
dopo lunga la marcia
dal sud si mostrò;
ne fece dono Mehmet.

Ammanta il silenzio
le cose vissute soltanto:
un pianeta di lardo
è sospeso e dorme
il berretto basco in maiale,
l’andouille attende il bollore.


Abbozzata a Parigi, il 13/6/2017, rifinita oggi.

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mercoledì 21 giugno 2017

Nei giardini



 [fonte]

 
A goder le passeggiate,
nei viali ombrati a rezzo,
del parco Buttes-Chaumont,
o a costa, nel Lucò, della fontana,
(oziose l’ore, strascinate),
s’arguisce del pennello,
il fu leggiadro di Rohmer,
che vi pinse gli acquerelli
della lieve nouvelle vague.

***

Nel lago sormontato
dal Tempio d’Alphand
- di prassi un pescatore
è umbratile nell’ansa
e l’anatre frantuma
l’olmo e la shopora -
si specchia la Sibilla
grazie a saggia dinamite,
all’uso di Haussmann.

***

Alla vasca dei Medici,
(Aci è nell’edicola
cui la firma appose Ottin),
ai platani rinfresca
l’ardente voluttà;
perpetuo pastore  
scolpito nel nicchione
prima di, fonte,
l’infondersi a mare.

Lucò: licenza (I giardini del Lussemburgo - jardin du Luxembourg – sono familiarmente chiamati “Luco”)

domenica 18 giugno 2017

Lankenauta




Il 10 giugno 2017 è stata pubblicata su Lankenauta la recensione di Wunderkammer, a firma Ettore Fobo. Grazie di cuore!

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mercoledì 7 giugno 2017

Alternanze



 
Dal nido l'uccelletti
dipartono e l'ormeggi
il moribondo ritira
nei giorni turbolenti,
d’incessante staffetta
fra tempeste e calura;
altri dice della breve alba,
o pregna l‘alzata Selene,
a tacere feriti sui campi,
le gestanti a chetare.

E’ tutto il tramontare,
lo sconquasso di trasfondersi,
l’uno nel suo opposto,
che abbrivida e impiccia,
che scuote l’indeciso.


(Grazie a mio padre, Antonio, per l’imbeccata)

lunedì 5 giugno 2017

A Bogdan



[fotografia di Antonio Lillo]

 
Impensate le nevi,
Bogdan, ti fiutano,
nari e segugi dell’Est,
compagne dal Giorno
di Dio a vagheggiare
l’attesa tua schiusa.

Sono fiocchi morbosi,
improvvidi bruciano,
s’accalcano all’uscio
gelando la vite, i fiori
tutti e l’erbe acquaiole,
nell’algida loro effusione.

Imprigionali, tu,
nel libro racchiuso
in un libro rinchiuso
in un libro che sfoglio;
timido volto le pagine
in fine peccio di Serbia.