lunedì 14 dicembre 2015

Folaghe



Anche pativano le folaghe
d’essere canoniche
nei giorni di magro
(le racconta l'Artusi,
a migliaia in un giorno
nei pressi di Pisa,
dibattersi vinte nel lago,
con carni modeste
ma beffarda abbondanza)
e tramontati gli scempi
le scovo alla banchina,
dove muore la corrente
anelando il riposo e la mollìca,
a rallegrare i posteri
di nemico lignaggio.

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mercoledì 9 dicembre 2015

Trittico di Madeira




I.
L’Atlantico schiuma
indomo e travedo
l’irrito scuotersi
del ciclope accecato,
ma grano a grano
lo conosco capace,
di sfaldare nell'era
Madeira e gli scogli puntuti,
che squarciano l'onde
e tritano scafi.

II.
Rena farà, sedimentario
mondo neonato
attecchito, miscela
di rocche marine
e dei balenieri
l’osservatorio,
con le polveri loro,
gl’ignifughi sali,
di lapas i gusci,
e l’intera Avenida Do Mar.

III.
Di Perseo non v’è gesta
ora e donatemi numi
della Gorgone il capo
mozzo che fece i massici
ed anche il corallo,
nuovi monti impietrisce
e sutura la terra percorsa
dai creoli cotti,  
nel far caldarroste
sul mare a Funchal.



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sabato 5 dicembre 2015

Piombo



Ho serrato gli scuri,
alfine t’immergi
nel sonno a casa mia
e neppure il vociare
ostinato e lontano,
che miseri godiamo
delle piccole cose,
odo più come il ricordo
delle lunghe e distratte
notti d’ambage,
ma sibilano ancora
fuori di piombo
i dardi di Cupido
e domattina,
o in sogno neppure,
tu non t’affacciare.

Mostro con piacere questa poesia, non perché la ritenga un capolavoro, ma in quanto sono riuscito a terminarla e la prima stesura risale a 13 anni fa.

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giovedì 26 novembre 2015

Vienna



Quando Giulio Cesare
interrogò la sorte,
non l’erme dall'iride cavato,
o il mutilo e fisso simulacro,
né i mosaici lerciati
dall’orina dei cani,
che ancora ne svelle
una tessera ad una,
o i miti defluiti
con uno scroscio
nei racconti scordati
(non si contan gl'immortali
affogati nella pioggia),
non si distrasse alcuno
dalle memorie sue,
a fermare l’Armata
Rossa su Vienna.

mercoledì 25 novembre 2015

Pitone


 [fonte]
 
Sorse il pitone,
impasto d’ira e di mota,
in bocca ebbe tosca saliva
e Febo l’uccise.
Sopiti gli Dèi,
spenti gli olimpici
fuochi e gli amplessi,
risorse il pitone; 
Linneo lo creò.

lunedì 16 novembre 2015

Necessità



L’ammiccare dei simili
è un accidente logico,
perciò  in queste vane
province piovose
s'incocciano sguardi,
s’accoppiano elementi
e smottano versanti
interi di terrazzi acclivi,
delle conche fradicie.
Sono franamenti pregni,
soltanto schiocchiano
le radici strappate,
impassibili si spalmano
per necessità i pendii
sulle piane a riposo.

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giovedì 5 novembre 2015

Intenti





I cascinali diruti,
sono stagliati
fossili denti,
che allignano
piantati nei colli.
All’interno si perlustra
sotto i tetti sfondati,
si scavalcano le travi
acquose cadute coi coppi,
antri di salamandre ora,
dal giallo e l'arancione
che bruciano per vero,
agognano nell'acqua
la dissoluzione
degli intenti, anzi
che della pietra.
E pure spaccasassi,
felci e parietarie,
che arredano incerte,
prosperano nell’ombre
vacue d'ingegno
per vegetare quiete,
ma in ciò si compiono
lungo vie codificate.

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