giovedì 26 novembre 2015

Vienna



Quando Giulio Cesare
interrogò la sorte,
non l’erme dall'iride cavato,
o il mutilo e fisso simulacro,
né i mosaici lerciati
dall’orina dei cani,
che ancora ne svelle
una tessera ad una,
o i miti defluiti
con uno scroscio
nei racconti scordati
(non si contan gl'immortali
affogati nella pioggia),
non si distrasse alcuno
dalle memorie sue,
a fermare l’Armata
Rossa su Vienna.

mercoledì 25 novembre 2015

Pitone


 [fonte]
 
Sorse il pitone,
impasto d’ira e di mota,
in bocca ebbe tosca saliva
e Febo l’uccise.
Sopiti gli Dèi,
spenti gli olimpici
fuochi e gli amplessi,
risorse il pitone; 
Linneo lo creò.

lunedì 16 novembre 2015

Necessità



L’ammiccare dei simili
è un accidente logico,
perciò  in queste vane
province piovose
s'incocciano sguardi,
s’accoppiano elementi
e smottano versanti
interi di terrazzi acclivi,
delle conche fradicie.
Sono franamenti pregni,
soltanto schiocchiano
le radici strappate,
impassibili si spalmano
per necessità i pendii
sulle piane a riposo.

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giovedì 5 novembre 2015

Intenti





I cascinali diruti,
sono stagliati
fossili denti,
che allignano
piantati nei colli.
All’interno si perlustra
sotto i tetti sfondati,
si scavalcano le travi
acquose cadute coi coppi,
antri di salamandre ora,
dal giallo e l'arancione
che bruciano per vero,
agognano nell'acqua
la dissoluzione
degli intenti, anzi
che della pietra.
E pure spaccasassi,
felci e parietarie,
che arredano incerte,
prosperano nell’ombre
vacue d'ingegno
per vegetare quiete,
ma in ciò si compiono
lungo vie codificate.

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mercoledì 28 ottobre 2015

I condannati





Porto il nome di chi
sfondò a Nikolaevka,
e ignoro qual fosse
la taccia sua, forse
nel gelo guadagnata.
Lo dicevano prima
ghignando “Il calabrese”,
per via di suo padre
che tuttavia non lo fu,
e m’è giunto l’epiteto
ma il senso è perduto.
Porto i geni
dei capelli ramati
e gli odori dell’isba:
le resine bruciate,
le povere zuppe,
il puzzo di storia
dei condannati.

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venerdì 25 settembre 2015

L'agio



Nelle camere di Hopper,
lì pure la fine è immanente,
tutto impregna e giusto
manifesta indolente
l’alito misurato,
che gli assorti svisano
da vivi, come il barbagianni
in volo, colla brezza d’estate;
fra le anossiche mura
l’agio si lega all’emoglobina
ed intossica lento,
la vita tentenna,
dove il moto declina.

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martedì 22 settembre 2015

Il genio




Tracciò Picasso a Vallauris,
un cerchio nella sabbia
e dopo il muto sentenziare
ai bagnanti abbacinati
dal genio, dal sole,
dai refoli serali,
vispi ch’erosero
un solco per sorriso,
forò due volte,
Picasso a Vallauris
un cerchio sulla spiaggia,
e gli diede con la retta l’odorato.

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